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I PERICOLI DELLA PROCESSIONARIA

2019-04-27 09:37

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I PERICOLI DELLA PROCESSIONARIA

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La processionaria del pino è stata studiata approfonditamente da due entomologi austriaci verso la fine



del XVIII secolo, il nome scientifico che le hanno stato dato è Thaumetopoea pityocampa, che significa



“che fa cose meravigliose”, come fare splendere tende di seta sulla cima degli alberi o fare processioni



testa-coda nel periodo della pupazione, ma anche “angosciante stupore” per le reazioni urticanti che è



in grado di provocare.




Questo particolare insetto appartiene all’ordine delle farfalle, durante la sua vita compie quattro fasi



larvali e un’ultima fase in forma di crisalide che dura soltanto 1-2 giorni per poi morire appena deposte



le uova.



Il suo habitat sono soprattutto i boschi di conifere, ma si può trovare anche su alberi in città. Le larve



svernano in grossi nidi composti dalla seta che producono, e che le protegge molto bene dalle rigide



temperature invernali. Infatti solo temperature sotto i -16° C o periodi prolungati a -4°C possono



provocarne la morte. Il periodo di azione delle larve è ad inizio primavera quando escono in



“processione” per andare a nutrirsi delle foglie, creando grossi danni alla pianta.



Ogni larva porta su di se centinaia di migliaia di peli urticanti dotati di uncini che si attaccano ai tessuti



organici come una sorta di velcro, provocando oltre a una reazione molto rapida (e in alcuni casi



un’anafilassi) anche a una sensibilizzazione a lungo termine di chi ne entra in contatto.



Durante le varie mute di accrescimento queste setole cadono e permangono all’interno del nido



rendendolo molto pericoloso anche vuoto e per un raggio che va da 2 a 6 km a seconda del vento.




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Tutti questi fattori rendono la Processionaria uno degli insetti più pericolosi per noi, per gli animali e



per la vegetazione. I nostri pets durante la loro esplorazione del territorio possono essere incuriositi da



queste “processioni” ed entrare in contatto con le setole urticanti sia annusandole e mordendole sia,



sopratutto i gatti, leccandosi le zampe e il pelo.



Le lesioni più frequenti sono di tipo irritativo a carico delle mucose di bocca, lingua, naso, occhi, e se



la larve venissero ingerite anche di esofago e stomaco. Subito dopo il contatto la cute e le mucose



cominciano a gonfiarsi ed essere molto dolenti. Se l’area colpita fosse molto estesa e con grave perdita



di sostanza, il verificarsi di un evoluzione necrotica può portare a conseguenze drammatiche.




Ogni contatto con la Processionaria non va mai trascurato e deve essere valutato da un medico



veterinario il prima possibile. Il veterinario valuterà la terapia più indicata, che può essere sia topica



che sistemica e nei casi più gravi anche chirurgica. È fondamentale agire rapidamente per evitare danni



irreversibili. Prima della visita non si deve mai sfregare la parte interessata (la rottura delle setole



provoca un ulteriore rilascio di sostanze urticanti) ma lavarla delicatamente con soluzione fisiologia o



acqua applicando al massimo una leggera pressione del getto in modo da allontanare più setole



possibili.



Durante queste operazioni è bene proteggersi mani, naso e bocca per evitare il contatto e l’inspirazione



delle setole ancora presenti nell’aria.



In caso di ingestione non va provocato il vomito, perché il passaggio nell’esofago disseminerebbe



ancor di più i peli urticanti aumentando il numero delle lesioni.




La lotta contro la Processionaria del pino è obbligatoria su tutto il territorio nazionale e ogni



avvistamento va segnalato alle autorità competenti del territorio (Servizio fitosanitario regionale,



Comune, Corpo forestale, Ats), non ci si deve improvvisare a tagliare i rami su cui sono presenti i nidi



ne bruciarli, perché in questo modo non si eviterebbe comunque la diffusione delle setole urticanti.




Dott. Roberto Belloli


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